ZES Adriatica e Jonica: buoni segnali

Alfredo Carmine Cestari evidenzia i segnali positivi dal nuovo Governo Meloni per superare i ritardi del passato e favorire la crescita delle Zes.
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ZES Adriatica e Jonica: buoni segnali

Alfredo Carmine Cestari evidenzia i segnali positivi dal nuovo Governo Meloni per superare i ritardi del passato e favorire la crescita delle Zes.

ZES Adriatica e Jonica, 

La prima autorizzazione unica della zona economica speciale Adriatica interregionale Puglia-Molise firmata dal commissario straordinario Manlio Guadagnuolo, lo sportello unico digitale per semplificare e accelerare le procedure burocratiche preliminari all’avvio degli investimenti Zes Jonica (Puglia-Basilicata), guidata dal commissario Floriana Gallucci con incontri a Taranto e Matera, sono segnali positivi per la ripresa dell’attività delle Zes che sconta ritardi, a distanza di troppi anni dall’istituzione delle stesse, non più giustificati.

Lo sostiene Alfredo Carmine Cestari presidente della Camera ItalAfrica (visita il sito a questo link  https://italafricacentrale.com/) che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, da tempo sta lavorando per l’ incremento della competitività delle imprese, sia in maniera diretta, attraverso la consulenza e l’assistenza tecnica per il sostegno finanziario agli investimenti, sia in maniera indiretta, attraverso azioni volte al potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali.

In particolare – aggiunge – mi pare significativo il progetto Zes Adriatica che prevede la realizzazione di un insediamento produttivo comprendente 8 start-up innovative, nell’ambito delle tecnologie dirompenti nella scienza dei materiali, cibo-salute, biomateriali, ambiente ed energia, per un complessivo investimento iniziale di circa 8 milioni di euro e una ricaduta occupazionale di oltre 100 unità.

Anche l’incontro a Matera dopo l’attivazione dello sportello unico avvenuto il 19 settembre scorso contribuisce ad accelerare l’operatività di una Zes, quella Jonica, che specie per la ValBasento è una sorta di “ultima chiamata””.

Confidiamo nel nuovo Governo Meloni per superare i ritardi del passato. In proposito, l’idea della Premier Meloni perché l’Italia si faccia promotore di un ‘piano Mattei’ per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, può contare su un progetto che come Camera ItalAfrica stiamo sperimentando con buoni risultati da qualche anno e che abbiamo chiamato “Sud Polo Magnetico”, che contiene anche azioni per l’incoming turistica dall’Africa.

Un potenziale ancora inespresso

“Purtroppo – aggiunge – non c’è ancora piena consapevolezza su ruoli, funzioni, compiti delle Zes. Dal gruppo di esperti che lavora in ItalAfrica e Gruppo Cestari alcuni dati: l’export globale stimato nelle Zes già operanti nel mondo è di 200 miliardi di dollari; 130 Paesi hanno individuato aree Zes per circa 4000 Zes complessive di cui 91 in Europa; i cinesi hanno investito 5 miliardi di dollari per realizzare una decina di Zes in diversi Paesi Africani.

Sono cifre – commenta il presidente ItalAfrica – che da sole dovrebbe produrre uno scatto di reni e far superare ritardi, inadeguatezze, sottovalutazioni e inadempienze. Noi di ItalAfrica partiamo dalle esperienze positive e consolidate negli anni delle Zes realizzate in ambito Ue ed extra Ue per indicare come rafforzare il ruolo strategico di queste aree a cominciare dalla ‘governance’.

Ed è quello che siamo certi il Governo Meloni farà fare dando attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza puntando su maggiori poteri ai commissari. Si punta ad una reale semplificazione amministrativa, con un’autorizzazione unica rilasciata dai Commissari Zes ai quali la riforma assegnerà più poteri: saranno l’unico interlocutore degli investitori, presiederanno la Conferenza unica dei servizi e avranno una struttura di supporto propria.

“Il nostro team di lavoro con esperti – conclude l’ing. Cestari – parte dall’analisi e dalla lettura dell’attuale situazione che riguarda la produzione di energia e quindi dagli attuali punti di debolezza che sono ampiamente diffusi in queste aree meridionali.

Stiamo pensando ad incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, con sistemi fotovoltaici ed eolici. Altri servizi fondamentali riguardano la gestione dell’acqua e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Intorno a questi fattori si creano le condizioni di attrattività specie per investitori esteri oltre che di competitività”.

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