Roma in bilico: l’Importanza dei voti africani per l’Expo 2030

Esplora le sfide diplomatiche ed economiche dell'Italia in vista dell'Expo 2030, tra speranze passate e realtà attuali.

L’Urgenza della Situazione

Il mese di novembre avanza e il tempo stringe. Alfredo Cestari, ingegnere di origini napoletane e leader della Camera di Commercio ItalAfrica dal 2004, getta luce sulla cruciale decisione dell’Expo 2030.

La Critica: Mancata Attività e Rilasciamento

“Sono ben 54 i voti determinanti che provengono direttamente dall’Africa”, afferma Cestari. Tuttavia, Roma potrebbe pagare caro per non aver dedicato sufficiente attenzione a nazioni in perenne stato d’emergenza. “Occorrevano iniziative concrete di riqualificazione, magari sfruttando i fondi che l’UE offre ai Paesi esterni. Purtroppo, siamo rimasti indietro”.

La Sfida Economica e Diplomatica

Non è solo una questione di estetica quando si tratta della scelta tra Roma e Riad. La decisione sarà fortemente influenzata da fattori economici.
“Gli Stati africani peseranno i propri interessi, e temo che Riad potrebbe essere in cima alla loro lista”, avverte Cestari. Ma non è solo l’economia che preoccupa. Il tessuto diplomatico italiano mostra alcune significative lacune.
“Paesi come il Rwanda e il Burundi non vantano sedi diplomatiche italiane, affidandosi rispettivamente all’Uganda e al Camerun. È difficile immaginare come questi Stati potrebbero supportarci in assenza di relazioni dirette”, riflette Cestari.

Lezione dal Passato: L’Esperienza del 2008

Questa realtà contrappone drammaticamente al 2008, quando Milano, con il sostegno africano, riuscì a battere la concorrente Smirne aggiudicandosi l’Expo.

Expo 2030: la strada da percorrere

La situazione odierna sembra invertire la tendenza: “Mi sono imbattuto in informazioni sul sito del Ministero degli Esteri riguardo fondi limitati destinati ai ‘facilitatori’, coloro che instaurano legami commerciali con l’Africa. Ciò evidenzia che la nostra strategia attuale non è adeguata”, critica Cestari.
Conclude sottolineando la necessità di un rinnovato impegno italiano: “Un impegno che potrebbe rivitalizzare le imprese meridionali, generare opportunità lavorative, in particolare per i giovani, e modulare in modo efficace i flussi migratori, oggi più critici che mai”.
L’Italia è di fronte a una scelta cruciale. Con l’Expo 2030 all’orizzonte, il paese ha bisogno di una visione chiara e di azioni concrete per consolidare il suo ruolo sul palcoscenico globale.
Fonte dell’articolo lastampa.it.

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